Lungo la ciclabile che collega la Valganna a Cunardo, passando fra prati e boschi di castagni e faggi (aguzzate la vista, è facile scorgere caprioli, volpi, fagiani e persino qualche lepre!), si giunge all’antico Molino Rigamonti, che costituisce ormai una tappa significativa degli itinerari turistici locali e dove è possibile ammirare il funzionamento di macchinari e processi immutati da secoli.
L’area in cui sorge il mulino, che ha rispettato nel corso degli anni il verde circostante, viene inserita nel 2010 nel Parco regionale Campo dei Fiori, lo stesso in anno in cui l’attività ha ricevuto da Regione Lombardia il marchio “negozio di storica attività”. Riccardo Rigamonti è l’ultimo rappresentante della famiglia che da secoli lo mantiene funzionante. Il Molino appartiene infatti ai Rigamonti da prima della Rivoluzione Francese. Era il 1787 quando i lo acquistarono da un certo signor Aimetti e da allora ha sempre portato il loro nome.
Le pale mosse dalle acque del torrente Margorabbia, le macine in pietra, i buratti in legno, le cinghie di trasmissione in cuoio danno l’idea che da allora non sia cambiato proprio nulla. Sono stati sostituiti recentemente i denti in legno di robinia di un ingranaggio che avevano circa 300 anni. Il mulino è visitabile e accanto vi sorge il negozietto dove è possibile acquistare legumi e farine sfuse, uova, pasta, sementi.